L'esperienza artistica come "Quietivo"

In campo artistico Schopenhauer risulta particolarmente influenzato dal pensiero di Platone e dalla sua dottrina delle idee e dall'estetica kantiana.


Estetica di Schopenhauer
Innanzitutto c'è da dire che l'arte si presenta come una fase della liberazione dell'uomo dalla volontà, che lo tiene assoggettato alle forme rappresentative dello spazio, del tempo e della causalità. Proprio per questo è utile il richiamo kantiano dell'esperienza estetica come "disinteresse" e la teoria platonica delle idee. Infatti, quando si concepisce qualcosa per l'uso che se ne può trarre, si guarda alla cosa dal punto di vista empirico, legato all'esperienza fenomenica. Invece, la contemplazione artistica guarda l'oggetto indipendentemente dal fatto che esista o dall'utile che se ne può trarre. L'oggetto, così facendo, viene contemplato nella sua idealità (Platone), al di fuori delle forme (Spazio, tempo, causalità) del mondo fenomenico (Kant). Questo significa che nell'esperienza estetica si può "andare oltre" la rappresentazione.
In sintesi, contemplare l'oggetto idealmente (Platone) realizza il disinteresse (Kant). Così, si va oltre la rappresentazione della Volontà.
Per fare qualche esempio, nell'arte la contemplazione di una afflizione diviene contemplazione dell'afflizione umana, cioè dell'idea di una cosa particolare.
L'uomo, attraverso l'arte, può momentaneamente staccarsi dai bisogni imposti dalla volontà, e contemplare la vita, piuttosto che viverla, mettendo in pratica quello che Schopenhauer auspica: l'annullamento della Volontà di vivere. Ciò vuol dire trasformare la Volontà in Nolontà (Noluntas: volontà capovolta) e per far ciò occorre trasformare i "motivi" che ci fanno muovere in "quietivi", cioè qualcosa che ci porta alla pura contemplazione ideale. Tali quietivi servono appunto ad annullare la volontà e uno di essi è l'esperienza artistica, che ci consente di guardare alle cose non come a oggetti di volontà, ma nella loro dimensione ideale e dunque non usufruibile. E' mera contemplazione disinteressata.


Le forme dell'arte
Ribadendo la gerarchia platonica della realtà e la teoria dell'arte come copia modello, Schopenhauer elenca le arti figurative come quelle che hanno a che fare con i gradi più infimi della realtà, in quanto esse ne sono l'imitazione (Architettura, idraulica, pittura, scultura). Man mano che si passa dall'imitazione della natura inorganica fino a quella organica, si alza il livello della produzione artistica. Esse, comunque, rimangono
ancora legate al mondo fenomenico, poiché forniscono loro il materiale, il contenuto da imitare. Platone viene, così, nuovamente a galla nella sua concezione dell'arte come imitazione di una realtà imperfetta. Ma per Schopenhauer, le arti figurative partono da una imitazione di una illusione (la rappresentazione, il mondo fenomenico), ma tentano di innalzarsi alle idee.
Ulteriore passo in avanti lo si fa tramite la poesia, in quanto prende ad oggetto i sentimenti umani, rendendola unica rispetto alle arti figurative che le sono inferiori. La poesia, facendo uso degli "argomenti", rende più vicino il sentire i sentimenti umani, grazie all'uso anche dell'allegoria. Nell'ambito della poesia, grande ammirazione suscita nel filosofo la tragedia, che riesce ancora meglio a rendere vivida l'immagine dei sentimenti umani.
Ma ciò che veramente sta al di sopra di tutte le arti è la Musica. Essa, in quanto non è imitazione del mondo come rappresentazione, non è legata al mondo fenomenico come le altre arti. Infatti, il contenuto non viene dal mondo che sottostà alle forme del tempo, dello spazio e della causalità. Essa è oggettivazione diretta della Volontà, e si colloca al livello del mondo delle idee, e costituisce essa stessa, come le idee, un modello per il mondo fenomenico. Precisamente, come modello ultrasensibile dei sentimenti umani del mondo sensibile. Schopenhauer non pone nessuna dimostrazione logica, ma si limita ad affermare tale superiorità della musica e il suo essere innalzata al ragno del mondo delle idee.


L'artista e il limite dell'arte
L'esperienza artistica è momentanea, si protrae per pochissimo tempo e l'abilità dell'artista sta proprio nel farla durare più a lungo, in modo tale da poter fissare in termini sensibili l'oggetto di tale breve contemplazione: l'artista, o il Genio, dunque, con l'opera d'arte rende tutti gli uomini partecipi della sua contemplazione extrasensibile e li facilita a provare anch'essi tale esperienza di penetrazione della cosa in sé.
Tutto sommato, però, dopo la breve esperienza artistica, l'uomo si ritrova nuovamente catapultato nel mondo fenomenico, ed è proprio per questa precarietà, o transitorietà dell'arte, che Schopenhauer propone di superare la volontà tramite l'Etica della Pietà e poi con l'Ascesi.

Se il materiale gratuito che ti ho fornito ti è stato utile, contribuisci alla manutenzione del sito

Nessun commento:

Posta un commento

Lezioni individuali discipline umanistiche e supporto a studenti con disagi cognitivi

Cari studenti e studentesse, benvenuti sulla mia pagina personale. La mia attività Sono un professore di Filosofia , Storia , Scienze Umane ...