LA DIALETTICA DI HEGEL



Brevissima storia della dialettica 

L'etimologia deriva dall'unione dei termini greci dià-legein (cioè «parlare attraverso», «raccogliere») e tèchne (cioè "arte"). Tradotto in italiano dialettica significa arte del dialogare riunendo tutto assieme.

La dialettica era già utilizzata nell'antichità come strumento della filosofia. Zenone di Elea la usava per combattere le tesi avversarie, costruendo confutazioni sulla base del principio di non contraddizione. Così come Socrate, che ne faceva uso per trovare le contraddizioni nelle tesi dell'interlocutore attraverso l'ironia. Eraclito rappresenta una novità, poiché aveva assegnato alla dialettica lo status di struttura ontologica della realtà, nella quale ogni ente scaturisce dal suo opposto, in una indissolubile armonia degli opposti, nella convivenza delle contraddizioni. La dialettica, dunque, diventa essenza strutturale del reale. Kant aveva criticato la ragione dialettica, poiché essa genera contraddizioni insormontabili quando pretende di conoscere le totalità assolute come l’anima, il mondo e Dio. La mente umana, in sostanza, si trova di fronte antinomie irrisolvibili, cioè proposizioni - empiricamente indimostrabili - che si pongono l'una in antitesi all'altra, senza possibilità di scelta, di fronte alle quali la logica umana rimane impotente. Per Hegel, invece, proprio le antinomie, le opposizioni tra contrari, rappresentano l'essenza della realtà, la cui lotta ci conduce a un livello superiore di comprensione. Insomma, Eraclito aveva ragione e Kant torto.

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La scoperta della struttura dialettica della realtà
Hegel si accorge che, a dispetto di quello che impongono i principi di non contraddizione e identità, la realtà è piena di contraddizioni che coesistono, che si rapportano l'una all'altra. I filosofi precedenti, come Kant, rimanevano legati a una visione "astratta" della contraddizione, secondo cui essa è un rapporto di "assoluta esclusione" tra due proposizioni logico - verbali. In verità, l'impossibilità della coesistenza delle contraddizioni, è un problema della logica umana, non della realtà. Ogni ente reale, infatti, poiché inserito nel flusso del divenire, cambia continuamente, perde la sua identità e si rapporta reciprocamente con gli opposti, con cui si scontra al fine di organizzare una superiore unità. Ciò significa che le contraddizioni della realtà sono apparenti, poichè ogni ente convive accanto al suo contrario; anzi, ognuno di essi ha bisogno del suo contrario per riconoscere se stesso. Per esempio, il bene morale chiarisce la sua vera identità in opposizione al vizio, la luce si manifesta come tale solo in rapporto all'oscurità, un bicchiere mezzo pieno è sempre anche mezzo vuoto. Pensiamo alle contraddizioni della storia - e dunque reali! - come la rivoluzione francese che, in nome della libertà ha creato il suo opposto, l'oppressione giacobina. Paradossalmente, è come se l'identità di una cosa, piuttosto che rendersi chiara sulla base dei principi d’identità e non contraddizione, al contrario, avrebbe proprio bisogno della contraddizione. La realtà storica umana, dunque, si evolve e si rivela nel tempo grazie alle sue opposizioni. Ciò significa che la verità - storica - non può essere statica ma processuale; e ogni verità è un punto d’arrivo che, a sua volta, è un nuovo punto di partenza. La verità, dunque, non può rivelarsi "solo" in un circoscritto momento storico, poichè in questo si manifesta solo una versione embrionale della verità, solo una tappa incompleta; al contrario, l'interno processo è la verità "in corso". Pensiamo alle verità scientifiche, ogni teoria supera la precedente, e nessuna può reclamare per sé l'appellativo di verità ultima. Il vero - dice Hegel - è l'intero (Prefazione della Fenomenologia dello spirito). Ogni aspetto finito, dunque, è reale e razionale solo nella sua connessione con il tutto, proprio con i suoi opposti (contraddizione).

La dialettica come legge ontologica dell'essere s'impone con tutta la sua evidenza, e la logica dell'intelletto astratto non riesce a renderle ragione. Proprio perché la contraddizione nel reale non può essere soppressa, s'impone la necessità di pensare la realtà in maniera fluida, tramite la Ragione dialettica, unica via attraverso cui Dio - il Dio filosofico, l'Assoluto, la Ragione - si manifesta nel mondo come Storia - umana. Detto altrimenti: per comprendere la realtà diveniente attraverso la lotta degli opposti, è necessario uno strumento filosofico - discorsivo che "riunisce tutto assieme", cioè la dialettica (la filosofia).


 

Dialettica: legge ontologica e logica

A questo punto è chiaro che la realtà è divenire spirituale sottoposta a una legge logica e razionale conciliativa.
La dialettica va intesa in due modi:
Legge ontologica: è la legge di funzionamento e sviluppo della realtà, la quale si evolve nella storia in maniera mediata attraverso i tre momenti dell’ in sé, del fuori di sé e dell’ in sé e per sé.
Legge logica: lo strumento razionale umano di comprensione (essa si concreta nella speculazione filosofica). Se l’oggetto di studio, cioè la Realtà, è strutturato in tappe dialettiche, anche la filosofia avrà una struttura dialettica. 


La Dialettica: chiave di accesso all’Assoluto
Se l'Assoluto si rivela nella realtà, e se questa è dialettica, allora proprio la dialettica è la chiave di accesso a Dio. Hegel aveva criticato i romantici e il loro metodo di accesso all’Assoluto (fede, intuizione e arte), poiché costoro pensavano che il processo di comprensione avesse una natura immediata, come faceva ad esempio Schelling. 
Hegel sostiene che, proprio in virtù della natura "mediata" della realtà, lo strumento adeguato deve essere anch'esso "mediato". La filosofia dialettica, che concilia gli opposti e li ricomprende in un'unità superiore, è lo strumento adeguato. Solo così si potrà avere uno sguardo d'insieme, completo, unitario del processo storico.

Qual è la particolarità che rende la Dialettica adeguata allo scopo?
Già Platone e Aristotele, osserva Hegel, tramite la dialettica riconducevano il particolare all'universale. La dialettica platonica, ad esempio, mostrava come ogni cosa del mondo sensibile (il particolare) fosse riconducibile alle idee (universale). Aristotele faceva qualcosa di simile, poiché riconduceva ogni cosa del mondo (particolare) alle categorie (universale). 
Ricondurre il particolare all'universale, in sostanza, vuol dire risolvere il finito (le cose del mondo) nell'Infinito (l’Assoluto); dunque la Dialettica riesce a dimostrare la coincidenza di Infinito e Finito, risolvendo le contraddizioni, mostrando come queste possano convivere l'una accanto all'altra, risolversi l'una nell'altra, creando un'inedita unità che le ricomprende.

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Differenza tra la dialettica platonica e quella hegeliana

Il problema della dialettica dei greci, sostiene Hegel, è che essa si applica ad un mondo statico e, quindi, solidificato. La dialettica platonica, ad esempio, è la scienza delle idee, di un mondo sempre eterno e immutabile. La realtà hegeliana, invece, è divenire, proprio il contrario di quella di Platone: la dialettica, quindi, deve essere riformata in senso dinamico, poiché il cuore della realtà è il movimento, lo sviluppo razionale. Proprio il movimento del divenire conduce Hegel a inserire una novità: mentre la dialettica classica si risolve in una dicotomia (vedi Platone), la dialettica hegeliana vedrà presentarsi un terzo momento, il momento speculativo, in cui vi sarà la conciliazione delle determinazioni opposte. Nella "Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio", Hegel esprime la sua concezione della dialettica, eliminando sia la visione tradizionale che la considerava un artificio sofistico, sia quella kantiana per il quale essa è “illusione trascendentale”.


Momenti o tappe della Dialettica

La dialettica si articola in tre momenti o tappe:
1. Momento astratto o intellettuale (tesi);
2. Momento dialettico o negativo – razionale (antitesi);
3. Momento speculativo o positivo – razionale (sintesi).

Momento astratto o intellettuale (tesi)
Il primo è il momento in cui l’intelletto “concepisce” un ente esistente come statico e separato, come un in sé, senza nessuna connessione con altri esistenti. L’esistente, così, è considerato nella sua isolata identità e differenza sulla base dei principi logici d’identità e non contraddizione
Un esempio è il concetto di Bene considerato da solo, cioè senza metterlo in relazione al male; oppure un quadro in cui il soggetto dell’opera è fruito senza tener conto dello sfondo cui appartiene.
L’intelletto, insomma, rimane chiuso nel finito senza riconoscere la connessione con l’Infinito (cioè la connessione con altri enti esistenti). 
Perché parliamo di intelletto? Perché Hegel sostiene che esso è la facoltà della ragione che separa le cose e le considera nel loro isolamento (vedi Kant).

Momento dialettico o negativo – razionale (antitesi)
Nel secondo momento la ragione ci fa capire che ogni momento della realtà si rovescia nel suo opposto, poiché il mettersi in relazioni con gli altri finiti genera contraddizione e lotta. Il concetto di Bene, ad esempio, è tale solo in confronto al concetto opposto di Male, così come l’uno è tale solo in relazione ai molti: ogni cosa la si definisce differenziandola dal suo opposto.
Ogni affermazione sottintende una negazione: se dico cosa è il Bene, è sottinteso che già pongo una sua differenza con il Male (“omnis determinatio est negatio” diceva Spinoza). Si chiama momento dialettico poiché i due esistenti sono messi in relazione dialettica come opposti in lotta (negativo). Questo è il momento dell’altro da sé o del per sé: la lotta mostra la parzialità che ciascuno degli opposti rivela non appena si misura con l’altro. Ma proprio questo aspetto negativo è la molla che spinge alla successiva conciliazione, il momento della sintesi.
Perché parliamo di ragione e non di intelletto? Perché la ragione in senso stretto è la facoltà (che appartiene alla ragione in senso lato) di ricomprendere gli aspetti della realtà nelle loro interconnessioni dialettiche.

                         
Momento speculativo o positivo – razionale (sintesi)
Nel terzo momento la ragione speculativa coglie l’unità che lega le determinazioni opposte, ricomprendendole all'interno della realtà assoluta di cui fanno parte. Questo momento è definito da Hegel Aufhebung (auf: via, heben: tenere; ascolta qui la pronuncia) che significa superamento, poiché è un togliere e un conservare al tempo stesso: esso nega (toglie) la negativa contrapposizione dei primi due termini e conserva il loro aspetto positivo, cioè il loro essere parte della realtà (la sintesi è anche detta negazione della negazione). In questo momento il movimento dialettico della realtà si mostra attraverso l’opposizione e la conciliazione delle sue determinazioni concrete.
Esempio1: Uno e Molteplice, determinazioni opposte, divengono sintesi nella proposizione secondo la quale la realtà è unità che vive e si concretizza nella molteplicità.
Esempio2: Pace e Guerra nella Storia, determinazioni opposte, divengono sintesi nella proposizione seconda la quale la vera Pace è solo quella che supera il momento terribile della guerra. Solo così si avrà una Pace più consapevole e più forte di prima.
Esempio3: L’innocenza e la consapevolezza del male sono determinazioni opposte, mentre la virtù è scelta del bene nonostante la consapevolezza del male.



Osservazioni

Come "pensa" la ragione dialettica
Come già anticipato, nei tre momenti emergono diverse funzioni, o modi di ragionare, dell’unica facoltà razionale: 
1. l’intelletto, che coglie le cose come determinazioni singole e separata, rimanendo, così, dentro il finito; 
2. la ragione dialettica, che coglie il fatto che le determinazioni del reale non sono separate, ma in reciproca contrapposizione;
3. la ragione speculativa, che coglie l’unità degli opposti, il positivo che permette di superare la loro contrapposizione (conciliazione).

Finito e infinito
La Dialettica mostra, nella sintesi, come il finito (le determinazioni opposte) si risolva nell'infinito (la realtà che ri-comprende e lega gli opposti). Ogni momento non può esistere né essere razionalmente compreso se non messo in relazione ad altri enti alla luce della realtà totale.

Ottimismo
La dialettica ha un significato ottimistico, poiché concilia le opposizioni, riducendo ogni cosa all'ordine e alla spiegazione razionale, chiudendo tutto dentro un sistema razionale che riesce a ricondurre tutto a ragione. Il negativo (le opposizioni, la lotta) vive solo come momento di passaggio verso il positivo, la conciliazione dei conflitti.

Sintesi chiusa
La Dialettica di Hegel è a sintesi chiusa. Il filosofo, infatti, ritiene che il processo di sviluppo dell’Assoluto miri alla realizzazione di una finalità ultima a esso immanente (se fosse a sintesi aperta, si ripeterebbe il cattivo infinito di Fichte!). Tale finalità ultima è la piena realizzazione della razionalità, cioè il processo attraverso cui l’Assoluto prende coscienza di sé nella filosofia. Insomma, dal momento che l’Assoluto deve avere il possesso pieno di sé medesimo, la piena realizzazione dello Spirito si manifesta nelle strutture politiche del Regno di Prussia di Federico Guglielmo IV di Hohenzollern (realizzazione storica), e nella Filosofia hegeliana (realizzazione filosofica).

Osservazioni finali
Perché il termine “dialettica”? Essa è l’arte del discutere, dialogo che va da un opposto all'altro, cioè dall'affermazione alla negazione. Superando Kant, Hegel sostiene che la Ragione ci offre un punto di vista universale della realtà (proprio ciò che negava Kant!). Per Hegel, che pensa che il vero è l’intero, è ovvio che la Dialettica è l’unica via che possa consegnarci la verità sul mondo,  poichè ci mostra come questo intero si sviluppa, innalzando l’uomo sul podio della conoscenza universale. 

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La Logica di Hegel


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6 commenti:

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    1. Grazie per l'apprezzamento. A breve pubblicherò altro su Hegel. Segui le mie video lezioni sul mio canale youtube, ti lascio il link: https://www.youtube.com/channel/UCt8DfJ6-GiUhI6XAxozSRTA?sub_confirmation=1

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  2. Domani ho l’interrogazione e questa spiegazione mi è stata estremamente utile, complimenti per la chiarezza e l’efficacia!

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    1. Grazie per l'apprezzamento. A breve pubblicherò altro su Hegel. Segui le mie video lezioni sul mio canale youtube, ti lascio il link: https://www.youtube.com/channel/UCt8DfJ6-GiUhI6XAxozSRTA?sub_confirmation=1

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    1. Grazie per l'apprezzamento. A breve pubblicherò altro su Hegel. Segui le mie video lezioni sul mio canale youtube, ti lascio il link: https://www.youtube.com/channel/UCt8DfJ6-GiUhI6XAxozSRTA?sub_confirmation=1

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