Presocratici o Presofisti
Con i termini Presocratici o Presofisti s'intende quel gruppo di filosofi vissuti prima di Socrate e dei Sofisti, intorno al VII-VI secolo a.C., nelle colonie della Magna Grecia. I Presocratici si suddividono nelle seguenti scuole filosofiche: Ionici di Mileto, Pitagorici, Eraclitei, Eleati e i fisici pluralisti.
Perché sono raggruppati assieme con il termine Presocratici o Presofisti?
Sebbene ognuno di essi abbia una propria dottrina originale e differente dagli altri, tutti concentravano il loro interesse speculativo sulla natura (la physis, in greco φύσις), cioè l'insieme dei principi di funzionamento della realtà nel suo complesso. Nel linguaggio filosofico si dice che i Presocratici si occupavano di cosmologia e ontologia.
La Cosmologia (dal greco κόσμος, kósmos, cioè 'ordine' + λόγος, lógos, cioè discorso) è quella branca della filosofia che studia la struttura, la formazione e l'evoluzione del Cosmo (cioè dell'Universo).
L'Ontologia (dal greco ὄντος, òntos + λόγος, lógos, cioè discorso) è quella branca della filosofia che studia l'Essere nei suoi caratteri generali.
Le fonti
Come conosciamo il pensiero dei Presocratici?
Di nessuno di loro sono pervenute opere complete, ma solo frammenti. La gran parte della nostra conoscenza che noi possediamo, proviene dai resoconti di Aristotele, Plutarco, Diogene Laerzio, Stobeo e Simplicio, Clemente Alessandrino e Ippolito di Roma.
L'archè
I Presocratici condividevano la convinzione che dietro l'aspetto mutevole della realtà, esisteva una legge o forza unica ed eterna come suo fondamento. In parole semplici, essi credevano che dietro al mondo così come lo conosciamo - imprevedibile, mutevole, doloroso - ci sia un principio stabile ed eterno, indicato con il termine archè (in greco ἀρχή, che significa «principio», «origine»), che rappresenta il principio di funzionamento e di formazione della realtà visibile. L'archè, dunque, è la forza - o anche la legge o la materia primaria- che muove e fa funzionare il mondo che noi conosciamo.
Prestiamo attenzione ad un aspetto: quando si parla di principio, dobbiamo intendere principio di funzionamento o formazione della realtà, non di creazione dal nulla in senso cristiano (che tarderà ancora sei secoli ad arrivare). Per i greci il nulla non esiste e il creazionismo, così come lo intenderanno i cristiani, è un non senso.
Il tramonto della physis
Quando la filosofia si diffuse ad Atene (grazie da Anassagora), due condizioni generarono lo spostamento dell'interesse speculativo dalla natura all'uomo. In primo luogo, con lo sviluppo della democrazia ad Atene e la necessità di occuparsi dei temi della città, l'attenzione sui problemi del vivere civile (etica e politica) ebbe la priorità. La speculazione filosofica, così, entrava in soccorso dell'elaborazione di dottrine etico-politiche, ma interessò anche l'aspetto più formale, come la retorica e la capacità di persuasione in vista delle elezioni politiche.
In secondo luogo, tutti i Presocratici avevano elaborato dottrine in contrasto fra di loro, al punto che sia i Sofisti, sia Socrate, si dichiararono "scettici" (dal greco σκέψις, sképsis, cioè dubbio) sulla possibilità di conoscere la physis. La speculazione sulla natura non porta alcun risultato certo, poiché si tratta di questioni che vanno oltre le capacità di comprensione della ragione umana. Allora sarà bene - sostenevano - che la filosofia si occupi di questioni più urgenti e terrene, come il vivere civile tra gli uomini, il governo della città e il controllo della passioni umane tramite la ragione.
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