Le Crociate e le lotte per le investiture generarono una fase di crisi delle due istituzioni universali, la Chiesa e il Sacro Romano Impero, le quali tenteranno di imporre la loro egemonia tramite la risoluzione dei dissidi interni.
Nel 1198 fu eletto papa Innocenzo III, continuatore della politica di rafforzamento dell’autorità papale già iniziata precedentemente da Gregorio VII: il potere temporale (impero) deriva dal potere spirituale (Papa), come la luce lunare deriva dalla luce del sole. La sua politica, dunque, è la Teocrazia: potere dato da Dio (Kratia: potere; theos: Dio).
Quale era il suo obiettivo specifico?
Evitare l’accerchiamento della Chiesa derivata dall’unione della corona di Sicilia (normanni) con quella imperiale (Sacro Romano Impero).
L’erede al trono era Federico II di Sicilia, figlio del morto Enrico VI e di Costanza; il Papa cercò di evitare che il piccolo Federico, affidatogli dalla madre, potesse diventare anche imperatore; allora decise di appoggiare la candidatura al trono imperiale di un avversario dei ghibellini, il guelfo Ottone di Brunswick, della casata di Baviera, incoronato dal Papa nel 1209 con il nome di Ottone IV.
Lo scontro con Ottone IV
Ottone IV che garanzie dava al Papa?
In realtà, la libertà promessa non fu mantenuta e si arrivò allo scontro:
1) Innocenzo III scomunicò Ottone IV nel 1210;
2) la corona imperiale, alla fine, fu data a Federico II, il quale promise di non unificare i due regni, così da non accerchiare il Papato.
Ottone IV reagì: mosse guerra a Federico II. Nella battaglia di Bouvines del 1214 Federico vinse.
Teocrazia
In realtà, Innocenzo III rappresentò il culmine della Teocrazia: dopo di lui la Chiesa visse un duro processo di crisi.
Nell’ambito della Teocrazia, promosse la IV Crociata, volta più alla conquista di Bisanzio che al Santo Sepolcro.
La Chiesa fu protagonista di scontri con diverse eresie (dal greco hairesis: «deviazione dal pensiero ufficiale») che ne minavano il potere: movimenti di purificazione che denunciavano il potere temporale della Chiesa e la sua corruzione. Tra le eresie annoveriamo quella dei catari (termine greco che significa «puri»), contro cui il Papa autorizzò una crociata: dal 1208 al 1211 si consumò un massacro a cui parteciparono anche feudatari che volevano impadronirsi delle terre confiscate agli eretici.
Il IV Concilio Lateranense
Poiché l’esigenza di purificazione era ancora viva nel mondo cristiano, Innocenzo III decise di riformare la Chiesa per poter venire incontro alle richieste dei fedeli. Da un lato attuò una politica repressiva, dall'altro volle promuovere l'immagine di una Chiesa volta alla purificazione tramite l'istituzione degli ordini mendicanti. Nel 1215 il papa convocò il IV Concilio Lateranense, una riunione di Vescovi, Abati, monarchi e comuni. Dei settanta decreti papali, ecco le decisioni principali:
1. i feudatari dovevano combattere le eresie nei loro domini
2. i fedeli dovevano denunciare le eresie
3. confermò il «rogo» per gli eretici
4. perfezionò l’inquisizione, tribunale della Chiesa dedito alla punizione delle eresie
5. confermò l’utilizzo della tortura
6. transustanziazione
7. Istituzione degli ordini mendicanti
8. Quinta crociata
Rinnovamento spirituale
In realtà, il concilio non realizzò alcun rinnovamento spirituale e l'unica risposta data alle esigenze di rinnovamento spirituale, come già detto prima, fu la creazione degli ordini mendicanti (i francescani fondati da Francesco d’Assisi e i domenicani fondati da Domenico di Guzman), cioè ordini religiosi costituiti da predicatori che diffondevano ideali di carità e povertà, per dare testimonianza di rinnovamento e mantenere la credibilità della Chiesa presso gli strati popolari.
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