GALILEO GALILEI

                        

 


Biografia

Nasce a Pisa nel 1564. Nel 1609 pubblica il Sidereus Nuncius (Ragguaglio, relazione, raffronto astronomico), in cui annuncia le sue scoperte astronomiche. Nel 1616 riceve, forse, un’ammonizione da parte del cardinale Bellarmino, che lo invitò a non professare il copernicanesimo. Poco dopo, l’opera di Galilei fu messa all’indice dei libri proibiti.

Nel 1623 pubblica il Saggiatore, dove affronta il tema delle «comete». Nel Febbraio1632, incoraggiato dall’ascesa al pontificato del cardinale Barberini (Urbano VIII), benevolo nei suoi confronti, pubblicò il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il tolemaico e il copernicano. A settembre fu citato dal papa a comparire al processo contro di lui presso il tribunale del Santo Uffizio di Roma. Nell’estate del 1633 Galilei dovette abiurare. Fu condannato al confino presso la villa di Arcetri, a Firenze.

Simbolo della libertà di pensiero e della scienza moderna, Galilei rappresenta una rivoluzione per la storia del pensiero: la ricerca della verità si basa sulle forze della ragione e sull’esperienza diretta, non più sull’autorità della Chiesa e della tradizione.


Polemica con la Chiesa

La Controriforma. Il credente doveva accettare per vera ogni affermazione delle Scritture, poiché scritta sotto ispirazione dello Spirito Santo.
Galilei, invece, sosteneva che la Chiesa si deve occupare delle anime e non di come funziona la natura, poiché di ciò si occupa la Scienza. Anzi, una tale impostazione, difendendo tesi palesemente false, porterebbe alla perdita di credibilità agli occhi dei fedeli. Occuparsi solo di questioni religiose è un vantaggio per la Chiesa.

Nelle Lettere copernicane affronta i rapporti tra scienza e fede:

1. la natura (oggetto della scienza) e la Bibbia provengono da Dio. Esse, di conseguenza, non possono contraddirsi. Se vi sono contrasti, si deve correggere l’interpretazione biblica, poiché il testo Sacro è stato scritto per «accomodarsi alla capacità de’ popoli rozzi» e, quindi, usa un linguaggio non scientifico, ma allegorico.
2. La Bibbia non tratta di scienza: non ci dice «come vadia il cielo», ma ci dice «come si vadia in cielo».

Galilei, dunque, propone la separazione tra Scienza e fede: la prima studia la natura, la seconda si occupa dell’etica e della salvezza.


Polemica contro gli aristotelici

Gli aristotelici son quei filosofi che sostengono la fisica aristotelica: teoria del movimento, dei luoghi naturali e geocentrismo.

L’approccio di questi filosofi, agli occhi di Galilei, è anti scientifico e libresco: piuttosto che vedere come funziona la natura attraverso l’esperienza scientifica, preferiscono rimanere subordinati all’ Auctoritas aristotelica, anche quando i fatti dimostrano che la teoria di Aristotele è sbagliata. Esempio del medico aristotelico che, vedendo che i nervi di un cadavere partono dal cervello e non dal cuore (come voleva Aristotele), affermò che ciò che dice Aristotele ha più valore di ciò che vede con i propri occhi.

Il dogmatismo degli aristotelici ostacola il progresso della scienza, che si basa sullo studio diretto della natura. Nel Dialogo sopra i due massimi sistemi, il personaggio di Simplicio (commentatore aristotelico del V – VI d. C.) darà voce alla dottrina aristotelica, oggetto di confutazione dell’opera di Galilei.

Le scoperte fisiche

Opere di riferimento: il De motu (1590) e Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (1638).

Critica al moto aristotelico. Non esistono luoghi naturali, moti naturali e moti violenti. La quiete non è lo stato naturale dei corpi.

Il principio d’inerzia. Un corpo tende a conservare  indefinitamente il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, finché non intervengono forze esterne a modificare tale stato. Come arriva a concettualizzarlo? Tramite un esperimento mentale: immagina un piano liscio, su cui scorre una palla anch’essa di superfice liscia e levigata. Galilei immagina che non vi sia alcun attrito dell’aria: se spingiamo la palla lungo il piano, e nessuna forze opposta si frappone, essa continuerà all’infinito. Galilei, così, perviene ad una legge scientifica tramite un «esperimento mentale», per via deduttiva. Tale principio è utile per spiegare il movimento senza sosta dei pianeti. Galilei tale principio non lo enuncia esplicitamente. 

Legge sulla caduta dei gravi. Aristotele pensava che la velocità di caduta dei corpi dipendesse dal loro peso. Con un altro «esperimento mentale», Galilei dimostra che Aristotele si sbagliava: se due corpi dello stesso peso cadono insieme nel vuoto, e durante la caduta si uniscono, la loro velocità di caduta dovrebbe raddoppiare. Invece, continueranno a cadere, incollati, alla medesima velocità inziale. La velocità di caduta non dipende dal peso: la velocità di caduta è uguale per tutti i corpi. Perché l’esperienza ci dimostra il contrario, come ad esempio la piuma e la pietra? Poiché si frappone la resistenza del mezzo: l’aria. La leggenda vuole che il filosofo provò questo esperimento dall’alto della Torre di Pisa.

Secondo principio della dinamica. Le forze applicate ai corpi determinano in essi non delle velocità, ma delle accelerazioni proporzionali alle forze che le hanno prodotte.

Le scoperte astronomiche

Rifiuto del dualismo tra cielo e terra. Non esistono differenze sostanziali né di leggi fisiche: entrambi hanno lo stesso valore e obbediscono alle stesse leggi. Moti rettilinei e moti circolari non appartengono a regni diversi.

Le macchie lunari. Queste sono le ombre proiettate dalle montagne lunari sulla superficie stessa della luna. Ciò significa che Aristotele aveva sbagliato: la luna non è una sfera perfetta e liscia.

I satelliti di Giove. Il pianeta è al centro di un sistema attorno a cui girano dei satelliti. Esso, con i suoi satelliti, gira attorno al sole. Ecco che Galilei pensa che nulla vieta di sostenere che anche la terra compie lo stesso moto attorno al sole assieme alla luna.

Le macchie solari. Galilei dimostrò che esse sono dovute a processi di trasformazione in atto del sole. Ciò diede un ulteriore colpo all’astronomia aristotelica: i corpi celesti sono corruttibili e sono soggetti al divenire come i corpi sublunari.

Le stelle. Osservò che oltre il cielo delle stelle fisse, vi sono una miriade di stelle e galassie.
Come pervenne a tali affermazioni? Grazie all’uso del telescopio. Furono annunciate nell’opera Sidereus Nuncius del 1610.

La questione che rese famoso Galilei fu la difesa del copernicanesimo, sostenuta nel Dialogo sopra i due massini sistemi, il tolemaico e il copernicano. I personaggi scelti sono Simplicio, filosofo aristotelico; Salviati, amico di Galilei, sostenitore del copernicanesimo; Sagredo, moderatore neutro aperto alle dottrine innovative. Il Dialogo è diviso in quattro giornate. 

Gli argomenti centrali sono:
1. accusa della distinzione aristotelica tra mondo terrestre e mondo celeste.
2. confutazione degli argomenti che sostengono l’immobilità della terra.

A. Alcuni aristotelici sostenevano che la terra non si muove, poiché il movimento vorticoso dovrebbe generare un vento fortissimo tale da spazzare via tutto. Galilei oppone la teoria della relatività generale (che vedremo fra poco): l’aria partecipa a questo movimento circolare della terra: relativamente a questa appare ferma.

B. Alcuni aristotelici sostenevano che un corpo che cade, con il moto della terra, dovrebbe spostarsi e obliquamente, ma ciò non accade: quindi la terra non si muove. Galilei ripropone la teoria della relatività generale: anche il corpo in caduta partecipa a questo movimento circolare della terra.

La teoria della relatività generale. E’ impossibile decidere, all’interno di un sistema chiuso, se il sistema stesso sia in quiete o in moto rettilineo uniforme. Galilei fa l’esperimento mentale del sistema nave. Leggere citazione pag. 120 dell'Abbagnano Fornero.

Uso scientifico del cannocchiale

Gli strumenti tecnologici sono fondamentali per la rivoluzione scientifica. Prima erano usati per divertimento, come a teatro, non si pensava potessero divenire «strumenti utili alla verità scientifica», come sostituti dell’occhio umano. In realtà, all’epoca molte furono le resistenze all’uso del cannocchiale: come può uno strumento creato dall’uomo essere superiore all’occhio umano creato da Dio? come può uno strumento creato dall’uomo essere superiore a ciò che dice la Bibbia? Esso è uno strumento diabolico che distorce la realtà. Ecco il perché molti aristotelici ed ecclesiastici si rifiutarono di utilizzarlo.
Il cannocchiale fu inventato da un olandese, forse Johannes Lippershey che, a sua volta, abbia avuto l’idea da un viaggiatore straniero approdato al suo negozio di lenti . Galilei ne costruì uno per suo conto e lo impiego in astronomia. Questa fu la grande novità del filosofo.


Il metodo galileiano

Galilei il metodo di ricerca non lo enuncia, ma lo applica costantemente. Possiamo estrarlo dalle sue teorie e darne una esplicitazione chiara.

I due momenti del metodo sono:

1. momento risolutivo (analitico): 

a) scomporre un fenomeno complesso nei suoi elementi semplici, quantitativi e misurabili; 

b) formulare una ipotesi di funzionamento.


2. momento compositivo (sintetico): 

a) verifica ed esperimento: si riproduce artificialmente il fenomeno per verificare l’ipotesi;

b) se passa la prova essa viene assunta a Legge di funzionamento. Se non passa la prova si esamina un’altra ipotesi.

Andiamo adesso a vedere come galilei mette in pratica i due momenti appena esposti

Gli altri elementi del metodo galileiano emergono dall’opera Lettera a Madama Cristina di Lorena, in cui fa cenno alle:

1. sensate esperienze (cioè l’esperienza dei sensi) 

È il momento osservativo induttivo: sulla base dell’osservazione Galilei induce una ipotesi generale. E’ il metodo sperimentale: «sperimentale» significa esperienza riscostruita, una «esperienza mediata dal mezzo tecnico e dalla interpretazione dei dati». Insomma, l’esperienza di cui parla galilei non è quella immediata dei sensi, poiché l’esperienza quotidiana e l’intuizione diretta possono essere ingannevoli. Infatti, l’esperienza diretta ci mostra in maniera palese che la terra gira attorno al sole? NO. Per arrivare a tale affermazione è sì necessario osservare i fatti (movimenti degli astri, alternarsi del giorno e della notte che attestano il movimento della terra), ma è necessario interpretarli razionalmente, all’interno di un quadro teorico matematico. Insomma: l’uomo non subisce passivamente l’esperienza ma la ricostruisce, la rielabora razionalmente. Un esempio è la scoperta delle macchie, dei satelliti e delle stelle viste prima.

2. necessarie dimostrazioni (le dimostrazioni matematiche). 

E’ il momento ipotetico deduttivo: sono i ragionamenti logico matematici che non partono dall’esperienza, ma da una intuizione; poi, procedendo per supposizioni, ragiona deduttivamente, sul fenomeno, per formulare una teoria. La verifica, però, avverrà successivamente con la pratica. La scoperta del principio di inerzia e della caduta dei gravi si basa sulla deduzione, cioè su «esperimenti mentali». Questi sono importanti su fenomeni che è impossibile dimostrare empiricamente. Nel caso dei principi sopra visti, non si può riprodurre il vuoto, quindi empiricamente indimostrabili.

Fisica e Matematica

Con Galilei si avvia il processo di matematizzazione della fisica, poiché per Galilei la matematica è il linguaggio della natura:

1. ciò significa che la fisica ha una logica matematica. Ovviamente, le ipotesi matematiche, anche se coerenti, occorre vedere se corrispondono alla realtà dei fatti.

2. la natura consiste in un ordine causale sottoposto a leggi universali (meccanicismo)

3. è possibile studiare il funzionamento della natura, non il suo fine (rifiuto del finalismo). Noi possiamo sapere come si muove un pianeta, ma non è possibile sapere perché la natura ha uno scopo per l’uomo. Questa critica Galilei la condivide con l’impostazione generale della scienza moderna.

Galilei è persuaso dalla struttura matematica del cosmo grazie alla filosofia platonico - pitagorica
La predilezione per gli aspetti quantitativi della natura, cioè per tutto ciò che è calcolabile, senza considerazione per gli aspetti qualitativi (colore, odore etc.) poggia sulla filosofia democritea, che distingueva proprietà oggettive e proprietà soggettive.
Tra i presupposti che giustificano la coincidenza tra matematica e natura vi è Realismo ontologico, cioè la persuasione della corrispondenza tra pensiero ed essere: la scienza della ragione è rispecchiamento della realtà. La stessa matematica, parto della ragione (pensiero) corrisponde alla costituzione del mondo (essere) fisico.

Il processo a Galilei

Il 24 febbraio 1616 il Santo Uffizio condannò il copernicanesimo:
A. assurda e falsa in filosofia ed eretica la tesi eliocentrica.
B. assurda e falsa in filosofia ed erronea la mobilità della terra.
Il 26 febbraio Galilei 1616 convocato, per odine del Papa Paolo V, dal cardinale Bellarmino, fu probabilmente ammonito: divieto di insegnare la dottrina copernicana sull’eliocentrismo. Galileo promise di obbedire. Su questo precetto vige un discusso dilemma. Infatti, nel futuro processo che Galilei subirà nel 1633, emergerà che lui nel 1616 non ricevette alcun ammonimento! Se andiamo a vedere il verbale dell’ammonizione del 1616, si nota che esso è scritto su una minuta, senza firma di nessuno. Addirittura, nei fascicoli dell’Inquisizione, non si trova un documento originale che corrisponde a tale minuta. Lo stesso Galilei, nel processo del 1633 troverà i fatto addotto riferiti al 1616 come «novissimi et come inauditi». Alcuni storici (non tutti) sostengono che esso sia un falso per creare un precedente e, quindi, per aggravare la posizione di Galilei, in maniera tal da scongiurare il pericolo copernicano.
Il processo del 1633. dopo aver pubblicato il Dialogo, gli avversari convinsero Urbano VIII che Galilei nell’opera si prendesse gioco di lui. Dopo avere udito la memoria delle accuse del 1616 di cui dicevamo prima, Galilei fu condannato all’abiura della dottrina copernicana: divieto di esprimere, in «voce e per iscritto», nulla che possa ricondursi a tale dottrina. Galilei fu riabilitato dalla Chiesa nel 1981. 

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