NIETZSCHE E IL NICHILISMO



Breve premessa

L'accezione comune ci dice che il nichilismo è ogni atteggiamento rinunciatario e negativo nei confronti della realtà e delle sue possibilità, spesso accompagnato da un sentimento di disperazione a causa della convinzione che l'esistenza non abbia alcuno scopo.

Il nichilismo, nella sua accezione filosofica, indica  l'atteggiamento di alcune dottrine secondo le quali non vi è nulla di assoluto:

1. dal punto di vista ontologico: l'essere non ha alcunché di assoluto,

2. dal punto di vista etico: ciò conduce alla nullità dei valori etici e, chiaramente, alla distruzione delle loro pretesa universalità e atemporalità;

3. dal punto di vista religioso: nessun Dio esiste e la realtà diviene priva di scopo e di senso, lasciando spazio solo a ciò che è immanente e relativo. 


Diffusione del termine

Il termine nichilismo si diffuse in Germania alla fine del XVIII secolo nell'ambito della polemica sul trascendentalismo kantiano. Jacobi polemizzò contro Fichte sul fatto che il kantismo, con l'introduzione della dicotomia fenomeno-noumeno, dissolveva il mondo in apparenza e lo destituiva della sua consistenza. Il filone nichilista verrà ripreso da Schopenhauer, che nella sua opera Il mondo come volontà e rappresentazione riafferma l'ipotesi dicotomica kantiana - semplificandola - di un mondo di fenomeni come pura apparenza (la rappresentazione), e il mondo invisibile della Volontà.

Nietzsche e il nichilismo

Il nichilismo nietzschiano è qualcosa di complesso, poiché di questo termine il filosofo ci fornisce sia un'accezione negativa che positiva.

La prima accezione del termine: il nulla come fuga dalla vita

Innanzitutto la prima forma di nichilismo di cui parla Nietzsche è quello che si origina nella tradizione platonica e cristiana. La creazione di un mondo dietro al mondo (iperuranio e aldilà cristiano) rappresenta la prima forma di nichilismo, nel senso di volontà del nulla dell'Essere mondano, per sostituire un menzogna ultraterrena perfetta ordinata che risponde alle esigenze emotive dell'uomo. Il tentativo di rassicurare l'uomo con questi espedienti metafisici è una fuga dalla vita.

La seconda accezione del termine: il processo itinerante della consapevole morte di Dio

Dopo l'annuncio della morte di Dio - questo è inteso come insieme delle certezze metafisiche e assolute trascendenti che danno senso all'aldiquà - l'uomo moderno si è reso conto che tutti i punti di riferimento sono crollati. Conseguentemente, l'uomo sfocia in un nauseante senso di angoscia e vuoto, in cui tutto diventa vano, inutile, senza senso. L'immagine più idonea è rintracciabile nel brano "l'uomo folle", in cui il protagonista fa riferimento al "prosciugamento del mare", all'assenza di terreno sotto i piedi", all'assenza di "un alto e di un basso". Insomma, l'uomo si ritrova d'improvviso nel "nulla del senso del mondo".

A questo punto l'uomo si trova ad un bivio:

1. ricreare da sé un nuovo mondo di valori e di senso - Oltreuomo
2. attaccarsi a dei surrogati delle vecchie convinzioni metafisiche - fuga dalla vita
3. paralizzarsi di fronte alla scelta - nichilista 

Questi aspetti appena delineati, sono da Nietzsche ricompresi in una ulteriore distinzione sul nichilismo, che il filosofo elabora, lungo il corso della sua opera,  in maniera disorganica. Si è soliti distinguere in:

1. nichilismo incompleto. L'uomo accetta la morte dei vecchi valori metafisici, ma i nuovi hanno la stessa fisionomia dei precedenti: assoluti e trascendenti. Sono esempi i cosiddetti "surrogati di Dio" in voga nell'Ottocento, come il Socialismo, il Positivismo e il Nazionalismo, i quali danno senso all'aldiquà come fossero idealità esprimenti il senso profondo dell'essere. Inoltre, pretendono di essere esclusivi, trascendenti, atemporali, immortali e necessariamente veri. Insomma, si pongono come punti di riferimento assoluti, un po' come faceva la credenza metafisico - religiosa di Dio.
                                           

2. nichilismo completo. A differenza del primo che propone dei "surrogati", questo non cade nello stesso errore. Esso si distingue in passivo e attivo. Il passivo, dopo la distruzione dei vecchi valori e il rifiuto di porre dei surrogati, rimane bloccato nel nulla, senza scegliere alcunché di innovativo. L'attivo, invece, si presenta sotto diversi aspetti: estremo, in quanto distrugge ogni minimo residuo della tradizione metafisica; estatico - in quanto crea nuove possibilità: qui l'uomo, divenuto Oltreuomo, può creare un senso tutto mondano che guidi l'umanità, chiaramente un senso umano, immanente, terreno e mortale.

Nell'opera Così parlò Zarathustra Nietzsche raffigura le forme del nichilismo nelle figure del leone e del fanciullo. Il leone è capace di distruggere il passato, ma non crea un senso nuovo del mondo. Il fanciullo, nella sua purezza dovuta all'epurazione dei fantasmi di Dio, è capace di creare in maniera innovativa un nuovo senso del mondo.

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