SCHELLING E L'INDIFFERENZA DI SPIRITO E NATURA - RIASSUNTO



Schelling sostiene che l’Assoluto di Fichte è eterogeneo rispetto alla natura materiale: non si capisce, secondo lui, come da un principio intellettuale possa sgorgare la natura materiale. Secondo Schelling, allora, l’Assoluto deve essere a fondamento sia del mondo spirituale che di quello naturale. Esso, dunque, deve essere Indifferenza o identità di Spirito e Natura, un principio all'interno del quale soggetto e oggetto non sono ancora ben distinti. Se per Fichte la natura acquisisce significato solo in relazione all'azione morale dell’Io, in Schelling, invece, essa ha un senso in sé, esibendo una certa vita razionale. Così, oltre la soggettività umana, anche la natura conserva la razionalità del principio assoluto. Ma ciò significa che anche la natura ha un principio di sviluppo razionale: essa, cioè, obbedisce ad un concetto, cioè un piano di sviluppo razionale, come una sorta di programma già stabilito.

La Natura, dice Schelling, è spirito inconscio, poiché conserva parte della razionalità del principio. La razionalità della Natura si manifesta tramite le forze naturali generali: attrazione e repulsione, che nei fenomeni specifici si ritrovano nelle forme del magnetismo, dell’elettricità e del chimismo, che segnano la linea verso l’attività cosciente che ritroviamo nell'intelligenza umana. La Natura, dice Schelling, è uno spirito inconscio in cammino verso la coscienza, un progressivo emergere dello Spirito cosciente. Oppure: l’intelligenza è quell'aspetto della natura che emerge in fenomeni naturali più complessi (come il chimismo). 

In breve:

Schelling sostiene che l’Assoluto è il fondamento sia del mondo naturale che spirituale, poiché questi sono due aspetti complementari che esibiscono pari razionalità. Ma ciò significa anche che il mondo naturale ha un principio razionale, inscrivendo così la filosofia di Schelling nell'ambito del provvidenzialismo romantico. La realtà, insomma, ha un disegno provvidenziale che si attua nel tempo a partire dallo Spirito Assoluto. Nella Storia, attraverso la libera azione degli uomini, l’Assoluto si disvela come forza razionale, come progresso che sintetizza libertà e necessità, consapevolezza e inconsapevolezza. 


La via di accesso all'Assoluto

La via di accesso all’Assoluto, se per Fichte si risolve nella filosofia morale, per Schelling ricade sull'arte. Visto che l’Assoluto è sintesi di attività consapevole e inconsapevole, conscio e inconscio, l’artista è l’unico che riproduce a perfezione la vita dell’Assoluto, poiché nella produzione artistica si ha l’ispirazione (forza o azione inconsapevole) e l’esecuzione meditata (forza o azione consapevole). 

Riassumendo:

- Nell'Assoluto si ha sintesi di libertà e necessità, razionalità e irrazionalità, conscio e inconscio.

- L’Assoluto è un Dio diveniente, che si incammina verso la progressiva vittoria della razionalità sull'irrazionalità.

- La Storia è una teofania, cioè manifestazione di Dio.


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