DEBOLEZZA E FRAMMENTAZIONE DELL'AREA ITALIANA

L’Italia era frammentata in più entità politiche che si ponevano in contrasto tra di loro. Tra il XIV e il XV secolo, le Signorie più grandi assorbirono quelle minori, creando degli Stati regionali, simili alle realtà regionali odierne:

1. Repubblica di Venezia

2. Ducato di Milano

3. Repubblica di Firenze

4. Stato pontificio

5. Regno di Napoli

6. Ducato di Savoia

La Repubblica di Venezia ero lo stato più potente. Tradizionalmente rivolta verso il commercio con l’oriente, da quando vi fu l’occupazione dei Turchi ottomani (da Othman, sultano fondatore della dinastia) di Costantinopoli nel 1453, Venezia iniziò l’espansione verso la terraferma, poiché commerciare divenne più difficile. Ma non solo: la conquista della terraferma serviva anche per creare una barriera contro le mire espansionistiche di Milano.

Il Ducato di Milano, diventato poi Signoria sotto i Visconti (1277 – 1447), comprendeva Lombardia, Veneto occidentale, Bologna, Pisa, Siena, Parma, Reggio Emilia, Perugia. Nel 1450 la Signoria passò nelle mani di Francesco Sforza, la cui dinastia governò fino a fine secolo. Il suo espansionismo comportò lo scontro con Venezia.

La Repubblica di Firenze. Fu governata dalla famiglia de’ Medici a partire dal 1435, quando il capostipite Cosimo fu nominato gonfaloniere (da «gonfalone», insegna, vessillo) della repubblica (potere giudiziario ed esecutivo, era colui che custodiva la bandiera). Nonostante le istituzioni repubblicane rimasero in vita, in realtà Firenze era divenuta una Signoria, governando indisturbato grazie all’inserimento nelle varie istituzioni di uomini di sua fiducia. Nel 1478 il potere passò al nipote Lorenzo il Magnifico.

Lo Stato pontificio. Governava un territorio tra Lazio ed Emilia Romagna. Anche il papa cercò di rafforzare il potere interno.

Regno di Napoli. Governato dalla dinastia degli Angiò, era il più arretrato della penisola, senza una forza militare autonoma, dipendente dai finanziamenti fiorentini e genovesi. I tentativi di centralizzazione del potere rimasero deboli, poiché il sistema feudale era fortemente sedimentato, gestito dai «baroni» (si parla di «baronaggio»), che si opponevano al potere reale. Il re, d’altro canto, non aveva possibilità di farsi alleati, poiché al sud non esisteva un ceto borghese che potesse fare da contraltare al potere nobiliare dei baroni. Il regno passò, poi, agli aragonesi di Spagna (Alfonso V d’Aragona) nel 1442, che già controllava Sicilia e Sardegna.

Il Ducato di Savoia era ancora legato alla realtà francese: Amedeo VIII, a partire dal 1416, iniziò a espandersi sul territorio italiano.


Si parla di «debolezza» perché:

1. ogni Stato regionale non era abbastanza forte da fronteggiare da solo le monarchie europee

2. nessuno era talmente forte da prevaricare sugli altri stati regionali della penisola

3. l’Italia era frammentata senza che nessuno di questi stati fosse talmente forte da poter condurre un processo di unificazione politica.

4. ogni stato regionale cercava di seguire il proprio interesse «regionale» (si parla di «particolarismo») piuttosto che pensare nell’ottica di una unificazione fortificante.

Proprio il «particolarismo regionale» è alla base delle guerre interne del Quattrocento. Le guerre furono causate dall’espansionismo di Milano contro Venezia e Firenze. La lotta si concluse nel 1454 con la pace di lodi. La debolezza italiana fu anche condizione dell’ingerenza delle monarchie europee negli affari italiani: Francia e Spagna si contesero il regno di Napoli, a cui furono annessi, sotto il vincente Alfonso V d’Aragona, il regno di Sicilia e il regno di Sardegna nel 1442.


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