LA NASCITA DELLO STATO MODERNO (MONARCHIE NAZIONALI) - GUERRA DEI CENT'ANNI

Stato moderno

Il Sovrano, nell’ambito delle monarchie feudali, era limitato dalla nobiltà, dal clero (che dipendeva dalla Chiesa romana) e dai Comuni interni al suo regno. Non dimentichiamo che in Europa centrale vi era anche il Sacro romano impero e, quindi, i re dovettero subire anche l’influenza dell’imperatore. Ma ogni re, in realtà, voleva per sé un potere assoluto, scevro da vincoli secondo le formule rex est imperator in regno suo e superiorem non recognoscens.

Quale espediente usare per avere più potere e limitare il potere dei soggetti detti sopra?

La guerra: la situazione di emergenza prodotta dalla guerra permetteva al sovrano di ricorrere a provvedimenti eccezionali senza l’assenso della nobiltà e del clero. Ciò significava che il re poteva prendere decisioni in maniera indipendente, come fosse un sovrano assoluto. Un volta finita la guerra, la sua prassi di decidere da solo divenne consolidata. Spesso quando un re vinceva, era difficile contestargli una tale prerogativa; ma in caso di sconfitta il suo potere s’indeboliva, come ad esempio nei casi dei re di Francia e Inghilterra, dove il primo accrebbe il suo potere, mentre il secondo fu ridimensionato. 

Riassumendo: il rafforzamento del potere reale è chiamato dagli storici «ascesa del sovrano», accentramento del potere pubblico che determinerà una nuova concezione di Stato, lo «Stato moderno».

Lo Stato moderno si afferma tra il XV e il XVIII secolo, ma la premessa s’intravede nelle monarchie feudali nel XII secolo (vedi lezione precedente); le altre fasi sono: l’«ascesa del sovrano» del XV – XVI secolo (lezione attuale); le monarchie assolute  del XVII secolo (lezioni future).

Ecco i suoi caratteri fondamentali:

1. accentramento del potere nella mani del re.

2. territorialità (fine della visione universalistica).

3. concezione patrimoniale e dinastica dello Stato: è un bene di proprietà del sovrano che va trasmesso per via ereditaria.

4. alleanza con la borghesia in funzione anti nobiliare: i borghesi guadagnavano la possibilità di svolgere funzioni burocratiche al servizio del re; ciò comportava una base di forte consenso verso il monarca.

5. esercito permanente costituito da militari professionisti alle dipendenze del re: ciò permise di accantonare l’esercito feudale, in cui era necessario l’aiuto militare temporaneo dei vassalli.

6. burocrazia alle dipendenze del re: dal francese «potere degli uffici», è l’insieme delle funzioni pubbliche. La riscossione delle tasse, l’amministrazione della giustizia sono organizzare dal re tramite i suoi funzionari borghesi, cosicché le corti locali nobiliari vengono maggiormente controllate. Aumentano le emanazioni di leggi generali valide per tutto il regno, in maniera tale da ridurre il potere nobiliare. 

Le monarchie moderne che si stavano formando erano Francia, Inghilterra e Spagna. Abbiamo detto che la guerra era spesso un espediente: vedremo adesso che tramite la guerra dei Cent’anni il sovrano cercherà di favorire la propria ascesa.


La guerra dei Cent’anni

Conflitto tra Inghilterra e Francia iniziato nel 1337 e finito nel 1453.

La Francia non poteva costituirsi come un regno unico a causa della presenza, nel suo territorio, di feudi del re d’Inghilterra. Il re francese Filippo VI di Valois, allora, decise di appropriarsene: il re inglese Edoardo III reagì, poiché questi addirittura era imparentato con l’ultimo re capetingio di Francia, Carlo IV, morto senza eredi. Edoardo, dunque, pensò bene di sostenere che Filippo dovesse lasciargli la corona francese. Edoardo poteva contare sull’appoggio del duca francese di Borgogna Oddone IV, feudatario che non voleva sottomettersi alla centralizzazione del potere voluta dal re francese. 

Dopo alterne vicende e una umiliante occupazione inglese del suolo francese, i vari successi militari di Carlo VII di Francia gli procurarono grande consenso popolare e anche l’alleanza del duca di Borgogna Filippo III detto «il buono», fino alla vittoria definitiva del 1453. L’Inghilterra rinunciò alle pretese sui feudi di Francia, tranne Calais, sulla Manica.

In questo conflitto si scontrano due visioni dello Stato: l’Inghilterra voleva imporre lo Stato feudale, mentre la Francia difendeva le proprie prerogative in base alla concezione di Stato moderno. Gli eserciti furono organizzati in maniera differente: permanenti mercenari per la Francia e feudali per gli inglesi. I feudatari (sia inglesi che francesi) che non volevano mandare i propri soldati al re, dovevano pagare una tassa, detta Scutagium (da «scudo»). Dalla crisi degli eserciti feudali nasce l’esercito moderno: permanente, alle dipendenze del re e composto da professionisti della guerra. 

Nella guerra dei Cent’anni vediamo l’uso della polvere da sparo tramite cannoni di bronzo, rame e stagno. Ciò comportò il declino della guerra di cavalleria.


Conseguenze della guerra

La vittoria comportò il rafforzamento della monarchia francese e la crisi dinastica della monarchia inglese.

Luigi XII (1461 – 1483) dovette scontrarsi nuovamente con il Ducato di Borgogna, territorio ricco e militarmente avanzato. Dopo aver vinto, il re francese rafforzò la burocrazia tramite funzionari borghesi e subordinò la nomina vescovile alla decisione del re: anche la Chiesa doveva diventare strumento di governo, sottraendola, così, all’ingerenza di Roma.

L’Inghilterra sfociò nella Guerra delle due rose: le famiglie nobiliari dei Lancaster e gli York (il cui stemma per entrambe era la «rosa») si scontrarono per la successione alla corona inglese nel 1455. Nel 1485 si affermò Enrico VII Tudor, discendente dei Lancaster, che sposò Elisabetta di York, pacificando le due famiglie e dando al regno una stabilità dinastica fino al 1603. Dalla fine del Quattrocento anche Enrico promosse la centralizzazione del potere monarchico grazie alla «scusa» dei disordini  e dei massacri che la guerra civile delle «due Rose» aveva prodotto. L’esigenza di ordine e pace giustificava un potere più diretto del re, arbitro nelle diatribe tra famiglie nobiliari.


Altre monarchie

Spagna. Il primo nucleo dell’unificazione della Spagna risale al matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona nel 1479, detti re cattolici. Nonostante l’unificazione delle corone, i due regni furono governati separatamente. Il primo impegno del nuovo Stato fu di conquistare il Regno di Granada nel 1492 e sottrarlo ai musulmani: è la famosa Reconquista spagnola. Altri regni spagnoli mancavano all’appello: Navarra e Portogallo. Il nucleo iniziale dei tre regni era unificato in politica estera, militare e religiosa. Fu proprio la religione l’elemento di forza unificante sfruttato dal re: l’istituzione dell’Inquisizione spagnola alla fine del Quattrocento, tribunale ecclesiastico libero dalle direttive papali e sottoposto al controllo del re, che gli permise di utilizzarlo come strumento di persecuzione di avversari politici. La Spagna cristiana divenne luogo di intolleranza verso ebrei e musulmani.

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