Dalla crisi del comune alla nascita della Signoria
L’affermazione dei comuni, come abbiamo già visto, ha comportato lo scontro tra consorterie (associazioni di famiglie con comuni interessi economici e politici). L’imposizione al governo del Podestà, funzionario straniero super partes, avrebbe dovuto ridurre gli scontri e creare uno stabile ordine politico. Ma, ricordiamolo, esso era un funzionario governativo dei Magnati: gli interessi dei ceti più bassi non erano rappresentati. Infatti, accanto da esso, la media e piccola borghesia impose il Capitano del popolo. Ciò comportò diversi scontri e disordini interni. Ciò impose la necessità di un governo più forte e centralizzato che pacificasse la città : nacque la Signoria, magistratura straordinaria nata o dalla volontà cittadina di affidare il potere nelle mani di una sola persona (Podestà), o dalla vittoria di un Signore (capo di una famiglia nobile o ricca) dopo lo scontro civile interno. L’incarico, con il passare del tempo, fu ereditario.
Evoluzione della Signoria: il principato
Man mano che la Signoria si rafforzava, il governo diventava sempre più autoritario: i Signori, divenuti duchi o marchesi (insomma: chiedevano agli imperatori di farsi riconoscere titoli nobiliari), riducevano i cittadini a sudditi. Insomma: si passa da strutture rappresentative dell’epoca comunale ad una forma di governo più opprimente, che oltre a Signoria, prende anche il nome di Principato (da «principe» a indicare il governo monarchico autoritario). Il potere del principe non è legittimato dal «basso», come per i consoli o per i podestà, ma proviene da un potere superiore e universale, dall’«alto», cioè dal consenso imperiale e per via ereditaria. Si può parlare di Stati monarchici su scala regionale, come nel caso dell’Italia.
Dove si affermò la Signoria (Principato)?
1. Ducato di Savoia (1416). Dinastia: Savoia. Attuale provincia di Torino e zona alpina.
2. Ducato di Milano (1395). Dinastia: Visconti. Attuale Lombardia.
3. Marchesato di Mantova (1433). Dinastia: Gonzaga. Mantova.
4. Ducato di Modena e Reggio (1452). Dinastia: Este. Modena, Reggio, Ferrare.
5. Firenze (Signoria, poi Repubblica e infine Granducato di Toscana - 1569). Dinastia: Medici. Toscana
6. Signoria di Rimini (XII secolo). Dinastia: Malatesta. Rimini, Pesaro, Cesena, Fano.
Firenze
Una della città dove il potere signorile non si trasformò in Principato fu Firenze. Gli ordinamenti repubblicani fecero sì che ogni Signore succedutosi non riuscì a rafforzare il suo potere a tal punto da farne un principato: il potere era in mano a sei priori delle Arti maggiori, in lotta con i Magnati. Nel 1293 gli «Ordinamenti di giustizia», approvati dal priore Giano della Bella, imposero: il divieto ai nobili di accedere alla vita politica; per potere accedere alla cariche pubbliche ci si doveva iscrivere a una delle Arti; la nascita della figura del «Gonfaloniere di giustizia», magistrato con una guardia armata in funzione anti magnatizia.
La situazione nella città fu molto caotica: le consorterie continuavano a combattersi per difendere i loro interessi privati, con l’appoggio di re e papa.
La Signoria si affermò con i Medici nel 1569.
Venezia e Genova
Comuni come Genova, Venezia, Siena e Lucca non permisero lo sviluppo di una Signoria, poiché le classi alte erano restìe a concedere il potere nelle mani di una sola persona. Il governo fu affidato ad una oligarchia, cioè «governo dei pochi», che in realtà quei pochi erano anche i più ricchi.
Queste oligarchie avevano l’interesse di espandere i loro domini economici: ciò comportò che le oligarchie delle diverse città italiane si scontrarono.
Venezia e Genova si scontrarono nella battaglia delle isole Curzolari (Dalmazia) nel 1298 e nella guerra di Chioggia (Venezia) nel 1381. Venezia fu costretta a limitare le sue mire sul Mediterraneo.
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