LE RIFORME DI DIOCLEZIANO (284 - 305)

 

Gaio Valerio Diocle, generale croato a capo della scorta imperiale, fu acclamato imperatore nel 284 con il nome di Diocleziano. 

Per evitare future crisi politiche riformò la successione imperiale in base ad un sistema automatico. La tetrarchia, («governo dei quattro») era un collegio di governatori: due Augusti (uno per l’Occidente e uno per l’Oriente in carica per 20 anni) che avrebbero scelto due Cesari, che avrebbero preso il posto dei rispettivi Augusti. I Cesari, una volta divenuti Augusti, avrebbero scelto ulteriori Cesari. Questo sistema era una successione per designazione. 

Augusti: Diocleziano e Massimiano.

Cesari: Costanzo Cloro e Galerio.

Per rafforzare il legame, i due Cesari sposarono le figlie degli Augusti.

Il bisogno di ordine politico sociale impose un’altra novità: l’imperatore governava per volere divino e richiedeva adorazione (portava il titolo di «dominus», signore). Il potere centrale degli Augusti, così, era legittimato su base divina, senza possibilità di opposizione da nessuna parte sociale.

La Tetrarchia di Diocleziano, così, spezzò l’unità imperiale in due parti, Occidente e Oriente. Essa, oltre che regolare la successione imperiale, intendeva migliorare il controllo del LIMES: due Augusti e due Cesari avrebbero ottemperato con più efficacia a tale compito; inoltre, sempre per il LIMES, Diocleziano spostò la residenza dei tetrarchi al confine: non più Roma capitale, ma Nicomedia per l’Oriente (dove risiedeva Diocleziano) e Milano per l’Occidente (dove risiedeva Massimiano); Sirmio per l’Oriente (Serbia) e Treviri per l’Occidente (Germania). Il sistema diede i suoi frutti, poiché l’Impero fu in grado di respingere i barbari, di sedare le rivolte interne e di eliminare i tentativi cospiratori per la successione imperiale. 



Diocleziano attuò anche una riforma militare:

1. consolidò e costruì le fortificazioni sui confini.

2. raddoppiò il numero dei soldati (450.000)

3. aumentò il numero delle legioni (da 39 a 60) e, di conseguenza, il numero dei generali. Perché? Per evitare concentrazioni di truppe troppo numerose sotto un solo uomo.

4. obbligo dei proprietari terrieri a fornire soldati in base alle dimensioni delle loro terre.

5. arruolamento dei barbari.

I punti 4 e 5 della riforma furono necessari a causa del gran numero di soldati.

La riforma militare richiedeva maggiori entrate fiscali: Diocleziano fece una riforma amministrativa per migliorare la riscossione delle imposte e anche per controllare meglio lo Stato: l’Impero fu diviso in Diocesi (dal greco «casa», «famiglia», è il territorio su cui si svolgeva l’amministrazione del potere pubblico), ognuna contenente più province. Ciò comportò una maggiore efficacia amministrativa, ma anche una maggiore spesa pubblica

Per far fronte sia alla spesa militare che alla spesa amministrativa, non bastava migliorare la riscossione delle imposte, ma era necessaria anche una riforma economica.

Ricapitoliamo la situazione economica dell’impero:

A. maggiori spese militari (soldati, generali e fortificazioni)

B. maggiori spese amministrative (funzionari delle Diocesi)

C. l’inflazione e svalutazione monetaria, già presenti in passato e mai risolte definitivamente.

Ecco alcune manovre per risanare l’economia:

1. Editto dei prezzi (301 d. C.): prodotti e salari erano sottoposti ad un «calmiere», cioè non potevano superare una certa soglia. Ciò causò lo sviluppo del mercato nero, nonostante Diocleziano minacciò con la pena di morte chi lo avesse alimentato.

2. l’inflazione e svalutazione monetaria indussero Diocleziano a far pagare le imposte in natura, poiché i prodotti agricoli non subiscono svalutazione. Ciò permise di poter sfamare gli stessi soldati, i quali piuttosto che esser pagati in monete a rischio svalutazione, venivano pagati anche con grano e altro.

3. razionalizzazione delle imposte: un censimento dei beni immobili stabiliva quanto si doveva versare allo Stato.

4. eliminazione dei privilegi e delle immunità.

5. divieto per i contadini liberi di abbandonare la terra, cosicché sia la produzione agricola sia le entrate statali sarebbero state garantite con sicurezza. Nasce la servitù della gleba («zolla di terra»). Il legame alla terra era trasmessa di padre in figlio per le future generazioni.


Cosa fare in caso di infrazioni? Diocleziano escogitò un sistema originale:

1. se un contadino avesse abbandonato la terra, i tributi sarebbero stati versati dai contadini delle terre confinanti.
2. gli esattori delle tasse erano responsabili di fronte agli Augusti delle quote da raccogliere: ciò imponeva loro di riscuotere in maniera efficace e anche spietata.

I piccoli proprietari erano colpiti maggiormente da questa imposizione fiscale. Molti di coloro che si ribellarono furono massacrati, mentre altri preferirono vendere ai grandi proprietari e mettersi al loro servizio. Nasce, così, il Latifondo (dal latino «latus», cioè ampio, «fundus», cioè fondo).

La persecuzione dei cristiani

Fra il 303 e il 304 d. C. Diocleziano, tramite quattro editti, perseguitò i cristiani per due motivi:

1. il loro monoteismo, il loro proselitismo e universalismo contrastava con la visione assoluta e divina del potere di Diocleziano.
2. la morale cristiana, dedita alla pace e alla fratellanza, avrebbe potuto indebolire lo spirito combattivo dell’esercito: era necessario estirpare tale morale ed allontanarla dal sentire comune dei cittadini e dei soldati dell’Impero. 

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