LA DINASTIA DELI ANTONINI

Alla conclusione della dinastia Flavia (Domiziano morì nel 96 d. C.)
il Senato nominò imperatore proprio un senatore, Cocceio Nerva. Così, il senato riacquistò parte del potere e del prestigio persi nel passato grazie all’intervento proprio del nuovo imperatore. Inoltre, notevoli furono i tentativi di ricucire i rapporti con il popolo romano: diminuzione della tassazione e gratuite distribuzioni di grano.

Traiano

Per garantire una successione che desse continuità alla sua politica, decise di adottare Marco Ulpio Traiano, senatore spagnolo e abile generale. Il sistema dell’adozione fu un’abile compromesso tra la successione ereditaria e la meritocrazia «dell’uomo migliore»: il predecessore sceglieva liberamente, adottandolo, «chi» reputava in grado di guidare lo Stato.

Traiano, primo imperatore provinciale, si preoccupò di consolidare il LIMES:

1. sottomise i Daci (abitanti dell’attuale Romania) nel 107, creando, così, una nuova provincia, ricca di miniera d’oro. L’impresa fu celebrata con la «Colonna Traiana di Roma».

2. sconfisse il Regno dei Nabatei, creando così la provincia d’Arabia, importante snodo commerciale poiché era sulle vie carovaniere.

3. Riuscì ad allargare l’impero fino al Golfo persico, occupando tutta la Mesopotamia fino allo sbocco a mare: l’impero toccò la massima espansione.

Politica economica: le riserve d’oro permisero sia di concedere prestiti statali a bassissimo interesse ai piccoli proprietari, sia di stabilire forme di aiuto economico alle famiglie più povere.

Adriano

Il successore, adottato da Traiano, fu Adriano (117 – 138 d. C.). La sua politica estera cambiò: niente più espansionismo, poiché il controllo dei nuovi territori sottomessi comportavano ingenti spese militari e amministrative: il nuovo imperatore preferì consolidare sia le vecchie conquiste e rafforzare il LIMES. Un esempio fu in Britannia: per evitare le invasioni degli abitanti dell’attuale Scozia, costruì il Vallum Hadriani, una fortificazione lunga 117 km, alta circa 4 metri, spessa tre, attorniata da fossati profondi fino a 4 metri circa (127 d. C.). Nel 135 sedò una rivolta ebrea che condusse alla definitiva diaspora, poiché la Palestina fu trasformata nella provincia di Siria e Palestina.

Favorì lo sviluppo dell’agricoltura: le terre incolte appartenenti allo Stato furono concesse in sfruttamento perpetuo a chi era in grado di renderle produttive. Poco prima di morire Adriano adottò Antonio Pio.


Antonino Pio (138 – 161 d. C.)

Fu detto il «pio» per la devozione verso il padre adottivo. E’ dal suo nome che gli storici, per pura comodità cronologica, prendono il nome di «dinastia degli Antonini» per indicare gli imperatori adottivi. Alla sua morte gli successe un altro imperatore adottivo di origine spagnola, Marco Aurelio, detto «l’imperatore filosofo», poiché esponente della filosofia stoica. Egli governò assieme al fratello d’adozione Lucio Vero, nonostante non fosse stato designato da Antonino. Combatté contro Quadi e Marcomanni, germani che (le vittorie furono celebrate con la costruzione, per volere del figlio Commodo, della Colonna di Marco Aurelio) furono sconfitti alle porte di Aquileia nel 175 d. C.. Durante il governo di Marco Aurelio iniziò a presentarsi con sempre maggiore frequenza il problema del LIMES: non solo nelle regioni germaniche, ma anche in Egitto, Siria e Spagna dovette sedare spinte centrifughe.

Marco Aurelio 160 – 180 d. C.

Antonino aveva adottato anche Lucio Vero, ma la designazione finale di «imperatore» toccò solo Marco Aurelio. Questi, però, nel rispetto dei diritti di filiazione di Lucio, lo volle con sé al governo. Marco Aurelio, l’imperatore filosofo (partecipante del pensiero della scuola stoica, scrisse «I ricordi», noti anche come «Pensieri» o «A se stesso») fu abile nel sedare rivolte e pericoli sul LIMES. Combatté contro i Parti, che avevano occupato il regno filoromano di Armenia (oggi Turchia, Libano e Siria), sul cui trono il padre Antonino il Pio era riuscito a mettere il re Soemo. Nel 166 i romani vinsero: l’Armenia fu annessa all’impero. Nonostante la vittoria, al ritorno a Roma i soldati portarono con sé anche la peste: una terribile epidemia che si propagò velocemente.

Organizzò un serrato controllo del LIMES:

LIMES settentrionale: intorno al 169 i popoli germani dei Sarmati, Quadi e Marcomanni, arrivarono fino ad Aquilea, in Friuli. L’imperatore li sconfisse nel 175 e nel 176. Lucio morì in battaglia. La difesa del LIMES danubiano comportò un sacrificio economico notevole: la necessità di arruolare nuove legioni  impose la vendita dei tesori dei palazzi imperiali. Intorno al 180 Marco Aurelio dovette fronteggiare i Marcomanni: l’imperatore morì di peste a Vindobona (Vienna) nel marzo di quell’anno

LIMES orientale: rivolte scoppiarono in Egitto, Siria (il governatore Avidio Cassio si proclamò imperatore).

Politica interna. Collaborazione con il Senato, razionalizzazione spese imperiali a causa delle spese militari. Nonostante la sua avversione per i cristiani, non ordinò nessuna persecuzione. Quelle che si realizzarono sotto di lui, furono spontanee e libere dalla sua volontà, ma dovute alla collera della popolazione che cercò un capro espiatorio per le numerose carestie, epidemie e invasioni: il cristianesimo ha generato la collera degli dèi romani.

Il figlio Commodo fece innalzare la «Colonna di Marco Aurelio», per celebrare le vittorie del padre contro i germani. Commodo, figlio naturale di Marco Aurelio, interruppe la serie di designazioni di figli adottivi.


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